7 maggio 2010

Riflessioni sulle potenze

Vi riporto un articolo del Prof. Paolo Negrini (Dipartimento di Matematica dell'Università di Bologna), intitolato Perchè a°= 1?, che può esservi utile per ripassare alcuni dei concetti basilari sulle potenze: dovreste ritrovarvi alcune cose dette in classe nel corso di questi tre anni.
Buon ripasso.

L'operazione di "elevamento a potenza",ab viene definita gradualmente, in relazione al tipo di numero "b" che figura come esponente: inizialmente si definisce ab nel caso in cui "b" è un numero intero positivo; poi (aggiungendo la condizione a>0) la definizione viene estesa ad esponenti di altra natura: zero, numeri negativi, frazioni ed anche numeri irrazionali.

Nel caso di "b" numero intero positivo, ab viene definita come una "moltiplicazione ripetuta": ab è per definizione il prodotto di "b" fattori uguali ad "a". Per esempio 53 = 5*5*5. Questo ricorda da vicino il modo in cui si definisce la moltiplicazione fra numeri interi come "addizione ripetuta":a+b, con "b" numero intero positivo, è la somma di "b" addendi uguali ad "a"; per esempo, 5*3 = 5+5+5.

La potenza con esponenti interi positivi manifesta immediatamente alcune importanti proprietà; le due principali sono le seguenti:

1) am * a n=am+n

cioè: il prodotto di due potenze con la stessa base è la potenza che ha la medesima base, e come esponente la somma dei due esponenti precedenti. Per esempio, 72*73= 72+3, come si verifica facilmente in base alla definizione data di questo tipo di potenze.

2) am:an=am-n (per ora, limitatamente al caso in cui sia m>n)

cioè: il rapporto di due potenze con la stessa base è la potenza che ha la medesima base, e come esponente la differenza tra l'esponente del dividendo e quello del divisore, quest'ultimo supposto minore del primo. Per esempio,57:54=53 , come si verifica facilmente in base alla definizione data di questo tipo di potenze.

Le proprietà 1) e 2), fino a questo momento, valgono soltanto quando tutti gli esponenti che appaiono sono numeri interi positivi; non potrebbe essere altrimenti, perché solo per tali esponenti abbiamo sino a qui definito le potenze, come "moltiplicazioni ripetute".

Ebbene, queste proprietà sono fondamentali per ogni applicazione delle potenze. È quindi opportuno che, quando si estende la definizione di potenza al caso di altri esponenti, oltre agli interi positivi, si diano definizioni tali da mantenere la validità delle regole 1) e 2). Nel caso dell'esponente uguale a zero (e base "a" diversa da zero) tali regole continuano a valere soltanto se si assegna valore 1 alla potenza a0.

Infatti, se desideriamo che valga la 1) quando, per esempio, n=0, dovremo fare in modo che sia

am* a n=am+n

Ma è m+ 0= m; quindi quanto scritto sopra equivale a

am* a n=am

Quest'ultima relazione vale soltanto se a0 = 1; questa è già una buona ragione per definire a0 = 1.

La scelta di definire a0 = 1 è provvidenziale anche per la 2): questa, scritta nel caso m=n (fino a qui escluso) dice che

am:an=am-n , cioè

am:an=am

Evidentemente l'espressione a sinistra dell'uguale vale 1, perché si ottiene dividendo un numero per se stesso; l'uguaglianza ivi scritta sussiste dunque soltanto se a0=1.

Queste considerazioni, si badi bene, non "dimostrano" che a0 = 1, perché non c'è una regola pre-esistente che definisce a0, così da metterci in condizione di fare calcoli per scoprire quanto vale. All'espressione a0 potremmo quindi attribuire il valore che più ci piace; le riflessioni su esposte mostrano che 1 è il valore più opportuno che possiamo assegnare all'espressione a0.

Le potenze servono (fra l'altro) per descrivere fenomeni detti "a crescita esponenziale". Per esempio, immaginiamo di sapere che, grazie alla sua abilità negli affari, Paperon dè Paperoni riesca a raddoppiare ogni anno il suo patrimonio. Se oggi Paperone possiede "a" dollari, ne possiede b = a *2 tra 1 anno

a * (2 * 2) cioè a * 22 tra 2 anni

a * (2 * 2* 2) cioè a * 23 tra 3 anni

..... a * 2n tra "n" anni, in generale.

Ebbene, quest'ultima formula fornisce il risultato esatto anche per il momento attuale, grazie alla posizione a0=1. Il patrimonio attuale (cioè, "fra 0 anni") di Paperone risulta in base alla formula su scritta ammontare proprio a dollari

a * 20= a,

perché 20 = 1, per definizione.

Motivazioni dello stesso tipo di quelle esposte riguardo ad a0 inducono a definire in un determinato modo e non in altri il valore di a0 quando l'esponente "b" è un intero negativo: se "n" è un intero positivo, si definisce

a-n=1/an

Non insistiamo ora su questo, per non uscire dal tema proposto. Segnaliamo invece che non c'è alcun modo "utile" per definire 00: l'espressione 00 è indeterminata, cioè priva di senso.

Nessun commento:

Posta un commento